Andamento lento.

Robert-Doisneau-–-La-lente-delle-meraviglie

Ph. Robert Doisneau

È un andare lento quello delle domeniche d’estate quando sui social proliferano le immagini di spiagge, bikini, piscine, cocktails, laghi, tramonti, grigliate, coppe di gelato e fritture di pesce, abbronzature e scottature, mentre la città s’ammutolisce e si svuota, poco alla volta. Dalle finestre comincio a contare gli occhi chiusi delle case che ho di fronte, ogni tanto l’allarme di qualche appartamento rompe la quiete irreale. Ripenso alle vacanze della mia infanzia, si partiva la metà di giugno e si tornava la fine di settembre, pochi giorni prima dell’inizio delle scuole, il 2 o il 3 di ottobre. Ogni giorno cominciava come l’incipit di un romanzo, l’inizio di un’avventura o per lo meno quello era lo spirito con il quale mi alzavo con la frenesia di uscire e scoprire. Campagna_ mare _ campagna_campagna. Il mese di agosto non si andava al mare perché era troppo affollato ed a mia madre, che soffriva d’insonnia, il rumore che proveniva dalla strada vissuta sino a notte fonda creava qualche problema. Gote e spalle arrossate dal sole, ginocchia sbucciate, occhi che ridevano, mani piene di fiori o conchiglie, secchielli colmi di vetrini levigati dal mare, scatole delle scarpe “ristrutturate” per accogliere piccole chiocciole e grandi foglie d’insalata, castelli di sabbia sulla spiaggia o di sassi piatti sul greto del fiume, gare a chi faceva più cerchi nell’acqua o a chi riusciva a raccogliere il maggior numero di lucciole dentro ad un bicchiere capovolto sul palmo della mano per illuminare il sentiero che dal bosco riportava a casa, racconti di masche dentro alla baita del contadino che aveva ancora ammucchiato nell’angolo un avanzo di castagne secche dell’autunno precedente, impossibili da masticare, secchi di latte fresco lasciato in quiete il tempo necessario per raccogliere la panna da montare con lo zucchero, sciroppo di petali di rose da diluire nell’acqua gelida della fontana e il libretto dei compiti cominciato all’inizio delle vacanze per non pensarci più e concluso, invece, il giorno prima del rientro a scuola, cartoline con baci e cuoricini incollate sulle pagine del diario e fiori di campo messi a seccare dentro ai libri. Non so dire se fosse meglio o peggio, ma l’emozione che provo ancora oggi nello scorrere quelle pagine e trovare l’anima secca di un ranuncolo o di un non ti scordar di me non credo varrà mai quanto voltare con un dito lo schermo dell’iphone. E i fiori che ho raccolto per te si sono seccati di aspettare?

E intanto il tempo passa e tu non passi mai…